Fare pubblicità a costo quasi zero? Ora è possibile!

Investire sulla Testata leader “il NordEst Quotidiano” nel 2018 consente di recuperare fino al 90% dell’investimento effettuato

Siete una PMI o una start-up innovativa? Oppure un’impresa già consolidata? Volete fare pubblicità recuperando gran parte del costo sostenuto?

A seguito della normativa che incentiva le imprese a farsi conoscere ed apprezzare sul mercato (decreto legge n. 50/2017, art. 57 bis e decreto legge n. 148/2017, art. 3 bis), a partire dal 24 giugno 2017 tutti gli investimenti pubblicitari che incrementano dell’1% la quota di pubblicità realizzata nel periodo 24 giugno 2016-31 dicembre 2016 possono essere dedotti fino al 90% dell’importo speso (75% per imprese e lavoratori autonomi). E dal 13 ottobre scorso, tale beneficio è esteso dalla carta stampata anche all’editoria elettronica. Il beneficio è attivo per tutto il 2018.

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Digitalizzare l’impresa: dal 15 gennaio 2018 scatta la prenotazione dei voucher da 10.000 euro

Iniziativa del Mise per accompagnare la modernizzazione delle aziende. Da considerare l’offerta di “Sistema NordEst”, la prima piattaforma integrata verticalmente per “Impresa 4.0” 

Volete digitalizzare la vostra impresa implementandone l’efficienza e l’organizzazione, magari rivolgendovi a nuovi mercati tramite il commercio digitale? Leggi tutto “Digitalizzare l’impresa: dal 15 gennaio 2018 scatta la prenotazione dei voucher da 10.000 euro”

Economia sommersa: tra piaceri e lavoro nero, anche nel campo della comunicazione

L’economia sommersa rappresenta sia una tematica tabù che una zona grigia. L’importanza di affidarsi a professionisti di settore in regola con le normative, ad iniziare da quelle tributarie

Anche nel campo della comunicazione il lavoro nero è all’ordine del giorno, specie tra i tanti fruitori di trattamenti di quiescenza anticipata che arrotondano le loro non magre entrate con qualche lavoretto extra, soprattutto per occupare parte del loro tanto tempo libero. Leggi tutto “Economia sommersa: tra piaceri e lavoro nero, anche nel campo della comunicazione”

Equo compenso anche l’Ordine dei giornalisti si dia una mossa

notizie giornali quotidiani

Per assicurare un’informazione di qualità è indispensabile uscire dalla logica dei 3 euro lordi a pezzo

In questo scorcio di fine anno, si parla sempre più di qualità dell’informazione, di “notizie bufala” (“fake news”) o infondate, diffuse ad arte solo per suscitare reazioni o link al sito digitale che le ha diffuse, ma non ci s’interroga realmente di come la qualità nell’informazione sia applicata e quanto costi farlo.

L’art. 2 comma 1 della legge n. 233/2012 sull’equo compenso nelle attività editoriali ha aperto la corsa al ribasso prima nelle retribuzioni di chi opera nel settore e, conseguentemente, anche nella qualità del lavoro del giornalista. Un decreto che ha fatto gioco soprattutto ai grandi gruppi editoriali, forti di una forza lavoro pachidermica, ultrapagata e ultragarantita che non ha trovato di meglio che agire sulla leva delle migliaia di collaboratori autonomi (oltre due terzi degli iscritti all’Ordine dei giornalisti sono ormai dei lavoratori autonomi) taglieggiando indiscriminatamente sulle loro retribuzioni. Così facendo, è improbabile che si riesce ad avere la qualità che i lettori giustamente reclamano. Difficile fare un articolo con tutti i crismi quando si è pagati, quando va bene, 5 euro a pezzo lordi (con casi, frequenti, anche sotto questa soglia). Cosa è possibile fare con 5 euro a pezzo, quando per vergare anche solo una notizia breve serve almeno un quarto d’ora per scriverla correttamente senza lasciare il testo infarcito d’errori di battitura o strafalcioni grammaticali, per non dire del tempo necessario per acquisirla? Cosa si può fare quando si è retribuiti con 20 euro all’ora, per giunta lordi? Poco e per giunta male.

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